I pezzi più pregiati delle

COLLEZIONI DEL MAEC

In questa pagina viene presentata una selezione dei “simboli” che maggiormente rappresentano il Museo.
Cliccando sulle icone sottostanti si potranno osservare le immagini delle opere più importanti e significative presenti nel MAEC, utili a carpire l’anima e la varietà di oggetti conservati in esso.
Per ogni pezzo è disponibile una scheda inventariale dettagliata con notizie e informazioni.

 

 

Tabula Cortonensis

III – II sec. a.C.

Tabula Cortonensis

La Tabula cortonensis è il terzo testo etrusco per lunghezza, menzionante una compravendita che prevede l’acquisizione da parte della gens dei cusu di terreni di proprietà del commerciante d’olio petru scevaś e della moglie arntlei. Le vicende del rinvenimento, risalenti al 1992, non sono ancora state del tutto chiarite.

I sette frammenti di bronzo costituivano una tabula di forma rettangolare (cm 28,5 x 45,8) sulla quale è un’iscrizione incisa mediante una sgorbia affilatissima; l’alfabeto è quello usato tra la fine del III e il II secolo a.C. nella zona di Cortona.

Il Lampadario Etrusco

Metà IV sec. a.C.

Il Lampadario Etrusco

Rinvenuto fortuitamente nel 1840 nella zona di Fratta, entrò subito a far parte della raccolta accademica, della quale costituisce uno dei pezzi più importanti.

Destinato ad un santuario certamente di rilievo del territorio, fu prodotto in officine dell’Etruria interna, forse orvietane, intorno alla metà del IV sec. a.C.

Secondo quarto del VI secolo a.C.

Fibula in oro

Fibula in oro

Fibula in oro ad a

rco configurato in forma di pantera accovacciata, resa plasticamente. Staffa rettangolare allungata ed appiattita, molla ed ardiglione a semplice filo d’oro; sull’estremità della staffa protome di pantera.

Il bordo inferiore è rifinito da un filo d’oro zigrinato che si articola in due rotelle. A granulazione, è decorata la parte superiore della staffa, ove è raffigurato il cd. Albero della vita. Fa parte del corredo della tomba 1 del Tumulo II del Sodo.

 

Tondo di Luca Signorelli

Fine XV secolo

Tondo di Luca Signorelli

Grande tondo già attribuito a Francesco Signorelli, ma recentemente restituito all’opera del più noto Luca (1453-1523).

Raffigura la Vergine con il Bambino, circondata da Santi legati alla città di Cortona, Michele, Vincenzo, Margherita e Marco: quest’ultimo sorregge il modello della città.

Musa Polimnia

Sec. XVI o XVIII

Musa Polimnia

È uno dei simboli dell’Accademia; donata da Luisa Bartolozzi Tommasi nel 1851, subì lunghe vicissitudini anche giudiziarie prima di essere definitivamente acquisita dall’Accademia.

Si tratta di una pittura a encausto su lastra di lavagna, realizzata secondo schemi tratti dalla tradizione antica; è datata nel corso del XVI secolo, se non nel Settecento.

Trittico con Madonna con Bambino e Santi

1425-1430

Trittico con Madonna con Bambino e Santi

Opera su tavola con fondo oro già appartenuta alla collezione Tommasi Baldelli acquisita dall’Accademia nel 1933; il trittico, probabilmente mutilo di alcuni elementi strutturali, è opera di Bicci di Lorenzo, pittore fiorentino (1373-1452) di gusto ancora vagamente tardogotico, ma già orientato verso una maggiore modernità: è databile fra il 1425 e il 1430.

1756

Tempietto Ginori

Complessa “macchina” in porcellana donata dal marchese Carlo Ginori, Lucumone dell’Accademia nel 1756; realizzata nella manifattura delle porcellane di Doccia, è una allegoria del dominio mediceo che stava cedendo il passo al potere dei Lorena; accanto alla serie di medaglioni con le effigi dei personaggi della casa Medici, sono varie figure allegoriche, dominate al centro dal gruppo della Bellezza rapita dal Tempo, tratto da un noto lavoro del Giambologna.

Seconda metà del VI secolo a.C.

Letto funebre in tufo

Letto funebre in tufoLetto funebre in tufo costituito da tre blocchi, decorato a basso rilievo con otto figure femminili inginocchiate, identificabili in prefiche che piangono il defunto.

Ritrovato nella tomba A del Tumulo François di Camucia.

 

Barca funeraria Egizia | MAEC

Medio Regno (2060-1785 circa a.C.)

Barca funeraria egizia in legno

Modello di imbarcazione sulla quale è raffigurato il defunto che riceve il rendiconto dello scriba e di altri suoi amministratori; secondo la credenza diffusa, continuava a servire anche nell’aldilà il personaggio a cui apparteneva.

È caratteristica della produzione del Medio Regno (2060-1785 circa a.C.).

Statuetta di Selvans in bronzo

Prima metà del III secolo a.C.

Statuetta di Selvans in bronzo

Statuetta di Selvans in bronzo. Figura maschile nuda, con copricapo di pelle di pantera, torques al collo e endromidi.

La mano destra è appoggiata sul fianco della gamba corrispondente, tesa, mentre il braccio sinistro, disteso, doveva tenere in mano un attributo perduto e di incerta ricostruzione. Sulla coscia sinistra è incisa, su quattro righe, l’iscrizione v. cvinti arn tias selan sl tez alpan turce.
Ritrovata presso la porta Bifora a Cortona.

Statuetta di Culsans in bronzo

Prima metà del III secolo a.C.

Statuetta di Culsans in bronzo

Statuetta di Culsans in bronzo. Figura maschile nuda, bifronte, con copricapo di pelle ferina, torques al collo e endromidi. La mano sinistra è appoggiata sul fianco in atto di riposo, mentre il braccio destro, a cui corrisponde la gamba tesa e portante, è disteso in avanti, con il punto semichiuso a reggere un attributo perduto (forse una chiave o un chiavistello).

Sulla coscia sinistra è incisa, su tre righe, l’iscrizione etrusca v. cvinti arnt ias culsansl alpan turce.