La Commedia e Cortona nel tempo di Dante
VII CENTENARIO DELLA MORTE DI DANTE
25 giugno>10 ottobre 2021
MAEC, sala Medicea di Palazzo Casali – CORTONA
MOSTRA
La Commedia e Cortona nel tempo di Dante
In mostra i preziosi manoscritti medievali e rarissimi documenti cortonesi del Trecento
La Commedia i manoscritti e un’antica edizione a stampa
Di Dante non è rimasto alcun documento autografo, e non è stato possibile identificare nessun manoscritto originale della Commedia. Ma il capolavoro del sommo Poeta ebbe, già a pochi anni dalla morte, una larghissima diffusione. Tra le centinaia di copie che si moltiplicarono grazie all’ampia produzione di codici redatti tra il ‘300 e il ‘400 da numerosi copisti, la Biblioteca del Comune e dell’Accademia Etrusca di Cortona possiede due esemplari di grande pregio: il celebre Cortonese 88 un codice in pergamena che, scritto e miniato nella seconda metà del ‘300 dal copista fiorentino Romolo Lodovici, appartiene al gruppo dei primi manoscritti che diffusero il poema di Dante; e il Cortonese 246, un manoscritto cartaceo della prima metà del ‘400, di cui si apprezza la disposizione ariosa del testo e la decorazione “a bianchi girari” tipica delle manifatture fiorentine dell’epoca.
La Commedia continuò ad essere un’opera di successo anche dopo l’introduzione della stampa a caratteri mobili (1452), e cortonese è l’esemplare dell’edizione veneziana del 1407,l’Incunabolo 72 , arricchita dal commento di Cristoforo Landino (1424-1498) e da un ricco apparato di illustrazioni xilografiche.
Il Laudario di Cortona e la musica sacra al tempo di Dante
Dante amava la musica, che spesso, come nella tradizione dei Trovatori, accompagnava la poesia profana e senz’altro conosceva le Laude, ovvero i canti devozionali che il popolo, riunito in confraternite, intonava in onore della Madonna e dei Santi.
Purtroppo molte di quelle antiche melodie sono andate perdute, ma proprio a Cortona si conserva il Laudario, la più antica raccolta di Laude in volgare accompagnate dalla notazione musicale che ne rende ancora possibile l’esecuzione.
Il manoscritto fu fatto realizzare alla fine del ‘200 dalla compagnia dei laudesi cortonesi che ogni giorno intonavano i canti in onore di Maria e dei Santi nella chiesa di San Francesco, la stessa chiesa da cui proviene anche l’Antifonario, splendido codice in cui sono raccolti i canti in latino che il coro intonava nel corso della liturgia. Realizzato pochi anni prima del Laudario, il manoscritto è impreziosito dalla mano di un miniatore aretino, di cui si può apprezzare l’abilità nella resa vivace e commovente della figura di san Francesco, che tra cielo e terra leva le mani verso il Cristo benedicente.
Il giubileo del 1300 Religione e politica al tempo di Dante
Nel 1300 papa Bonifacio VIII indice il primo giubileo per tutti i cristiani, nel 1312 Ranieri Casali, futuro signore di Cortona, ottiene dall’imperatore Arrigo VII il titolo di Vicario imperiale, nel 1325 papa Giovanni XXII istituisce la Diocesi di Cortona sottraendo la città e il comune dal controllo del Vescovo Aretino. Pochi ma intensi anni che vengono qui illustrati attraverso due documenti eccezionali.
La cosiddetta Lettera di Silvestro, la lettera “circolare” che lo scriptor pontificio Silvestro de Adria scrisse per comunicare e spiegare ai Cristiani la bolla con cui Bonifacio VIII aveva indetto l’anno giubilare. La promessa della concessione dell’indulgenza di tutti i peccati ai fedeli che si fossero recati a Roma e avessero seguito l’itinerario di preghiera presso le principali basiliche custodi delle più importanti reliquie, qui illustrate attraverso le immagini di san Pietro, san Paolo e del Volto di Cristo della Veronica. Il poeta non esita a predire la prossima dannazione di questo come di un altro papa, quel Giovanni XXII, di cui qui si espone per la prima volta la Littera gratiosa , con cui nel 1325 istituì la Diocesi di Cortona. L’evento segna di fatto la liberazione di Cortona dal giogo imposto dal Vescovo aretino ed eleva Cortona a città.
Dante Il primo dei Toscani illustri
FOTO RITRATTO DI DANTE
Tra i fili che legano Cortona a Dante, oltre ai manoscritti della Commedia, che provengono dalle collezioni dell’Accademia Etrusca e l’edizione quattrocentesca che appartenne ad un frate cortonese di nome Alessandro, c’è il contributo non molto noto di Filippo Venuti (1706-1768) uno dei fratelli che nel 1727 fondarono l’Accademia Etrusca di Cortona. Uomo colto e raffinato, amico di Montesquieu e di Voltaire, tra le molte altre imprese culturali che gli si devono, c’è il “Magazzino Toscano”, un periodico fondato nel 1754 a Livorno, che aveva l’ambizione di rispondere non solo ai lettori colti, ma anche a quanti, impegnati nelle professioni, fossero animati dal desiderio di avvicinarsi alla cultura «con facilità, e senza noia» Così nel primo numero di un giornale nel quale avrebbero trovato posto articoli sull’inoculazione del vaiolo, sul commercio, sugli usi degli antichi, notizie dall’Europa e molto altro, la Vita di Dante con il ritratto del poeta è la prima di una serie di biografie di uomini illustri, scelti per formare il patrimonio culturale comune dell’identità dei nuovi e dei vecchi Toscani.
Dante non si tocc@
Accanto all’esposizione dei documenti e dei libri antichi, una postazione multimediale, interattiva e touchless appositamente sviluppata per questa mostra, consente di vivere una esperienza immersiva, che rende possibile sfogliare virtualmente gli antichi codici ed apprezzarne da vicino i testi, le immagini e la musica.